Salone di Shanghai 2013
In un momento storico in cui il vecchio continente stenta a superare la crisi economica che ha colpito anche il settore delle auto, c’è un orizzonte dove tutte le case automobilistiche stanno guardando per poterne uscire. E se gli europei non sono più in grado di rappresentare il mercato ideale per tutti i costruttori di auto, ecco che questi ultimi si rivolgono agli orientali.
Non è una novità infatti la forte espansione del mercato automobilistico cinese che al giorno d’oggi assicura alle case costruttrici la vendita di oltre un milione di auto al mese e che punta dritto a circa 22 milioni di auto all’anno entro il 2020. Numeri questi che fanno impallidire l’Europa e che mostrano chiaramente come la geografia economica automobilistica stia progressivamente cambiando. Per rendersi conto di questo cambiamento in atto basta vedere come stanno cambiando gli appuntamenti automobilistici mondiali: fino a qualche anno fa c’era il Salone di Detroit che inaugurava il nuovo anno, poi c’era quello di Ginevra colmo di novità ed infine quelli di Parigi o Francoforte che alternandosi confermavano all’Europa la supremazia nelle rassegne motoristiche. Oggi la musica è cambiata: l’asse di interesse si è spostato più a est col Salone di Shanghai e quello di Pechino che alternandosi danno sempre più linfa vitale al mercato asiatico e a quello mondiale. E’ con queste premesse che dal 21 al 29 aprile si è tenuto il Salone di Shanghai che dal 1985, anno della sua fondazione, sta diventando sempre più importante per le case automobilistiche come cartina al tornasole del mercato locale. La crescita del mercato asiatico non accenna a diminuire, facendo salire il numero delle immatricolazioni delle auto a ritmi vertiginosi e toccando quote di mercato impensabili solo fino a qualche anno fa. La dimostrazione reale di questa nuova tendenza che guarda con sempre più insistenza a est è rappresentata in primis dalle due case italiane d’eccellenza: Ferrari e Maserati.
Non è un caso che Ferrari dal 2004 sia in continua ascesa nel ricco mercato asiatico tanto da assicurare alla Cina l’unico museo lontano da Maranello a dimostrazione di quanto questa nazione sia importante nell’economia mondiale del marchio del cavallino. Non solo: all’importante rassegna cinese sarà presentata al mercato asiatico la nuovissima “LaFerrari”, assoluta hypercar del momento. Maserati dal canto suo ha preferito il palcoscenico asiatico a quello europeo per l’anteprima assoluta della nuovissima Ghibli, nome storico per un modello totalmente nuovo che di fatto sarà fondamentale per l’economia del marchio del tridente. Se della nuova “LaFerrari” si è già detto e scritto tutto in occasione del Salone di Ginevra, lo stesso non può dirsi della neonata Ghibli. Come accennato poc’anzi la nuovissima Ghibli fa il suo ritorno sui mercati mondiali dopo le prime due serie degli anni ’60 e ’90 entrambe sotto forma di coupè 2+2. Stavolta il nome rimane lo stesso, ma la forma cambia: il nome del vento libico ora indica una grande berlina che nel listino della casa modenese sarà la sorella minore della Quattroporte. Sorella minore ma non troppo, in quanto la Ghibli sfodererà una lunghezza di circa 5 metri per assicurare comunque un comfort di tutto rispetto. Ma la nuova Ghibli avrà anche un animo sportivo garantito sempre dalla trazione posteriore e dai motori 3.0 V6 biturbo, sempre nel segno della tradizione, con potenze di 330 cv e, nella variante S, di 410 cv. La Ghibli sarà inoltre la prima Maserati ad avere sotto il cofano un propulsore diesel 3.0 V6 da ben 275 cv che scenderanno a 250 cv per il mercato italiano per motivi di fiscalità. Altra novità di assoluto rilievo la possibilità di avere, sempre per la prima volta su una Maserati, la trazione integrale Q4. Anche per Maserati il mercato cinese è di rilevante importanza: l’amministratore delegato Harald Wester ha infatti affermato che “il 2014 coinciderà con i 10 anni di Maserati in Cina e con una crescita che è stata costante fino alle quasi mille unità attuali e con la speranza di raddoppiare presto i 26 dealer”. Alla nuova Ghibli sarà affidato il compito di duellare con le blasonate berline tedesche.
Proprio i tedeschi di Bmw, Audi e Mercedes sfruttano l’importante rassegna cinese presentando rispettivamente il prototipo delle futura X4 (Suv nato sulla X3, ma dal piglio più sportivo e con una coda ed un padiglione sfuggente da coupè e simile alla X6), le nuove A3 e S3 (giunte alla terza generazione della media di Ingolstadt) e la concept GLA (Suv compatto nato sulla base della recentissima Classe A). Massiccia la presenza anche dell’altro costruttore tedesco, la Volkswagen, che presenta una ventata di novità attraverso tutti i suoi marchi: Lamborghini porta al debutto la Aventador LP720-4 per festeggiare il suo 50° anniversario, Bugatti lancia l’ennesima Veyron ancora più veloce denominata Grand Sport Vitesse WRC Edition (attuale detentrice di auto più veloce del mondo coi suoi 408,84 km/h) e Porsche presenta la Panamera in versione ristilizzata.
Ma Shanghai non è solo sinonimo di auto di lusso: Citroen ad esempio porta l’intera gamma DS con l’intento di ampliare la sua presenza nel mercato cinese, mentre Ford preferisce presentare in anteprima la nuova Mondeo qui in Cina anziché altrove, così come per la piccola bomba di casa, la Fiesta ST ed il piccolo Suv EcoSport. Fortemente penalizzati dai nuovi marchi cinesi, le case costruttrici giapponesi mirano a recuperare il terreno perso: la Suzuki propone la nuova berlina a tre volumi Authentics, la Mitsubishi presenta la concept elettrica CA-MiEV e la Nissan mostra la Friend-Me, un prototipo disegnata dal centro stile di Pechino e incentrata sul tema della connettività. Ormai il centro di gravità dell’automobilismo mondiale si sta spostando sempre più a est ed è lì che bisognerà guardare per avere un’idea delle novità future che ci aspettano.
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