Minore velocità vuol dire meno incidenti? Non è sempre così…
Normalmente alla velocità vengono imputati gran parte degli incidenti stradali: per ovviare a questo problema le autorità cercano di limitare al massimo la velocità degli automobilisti favorendo l’installazione di autovelox, tutor e segnali stradali con limiti di velocità sempre più bassi. Sicuramente questo modo di agire è giusto, seppur con delle riserve: non sempre, infatti, vale il proverbio “chi va piano, va sano e va lontano”.
A tal proposito è stato dimostrato che le limitazioni della velocità non sempre corrispondono ad una maggior sicurezza: a testimoniarlo ci ha pensato lo IAM (Institute of Advanced Motorists) che attraverso numerose statistiche ha dimostrato che diminuire la velocità non sempre è la soluzione adatta per ridurre il numero di incidenti. A quanto pare nell’arco di un anno (2012-2013) il numero degli incidenti e dei relativi feriti è diminuito laddove i limiti erano più alti (48 e 64 km/h) ed invece è aumentato nelle zone dove il limite è stato abbassato a 32 km/h.
In quest’ultimo caso gli incidenti seri sono cresciuti del 26%, mentre quelli con meno conseguenze per i guidatori sono aumentati del 17%. Allo stesso modo in queste zone dai limiti di velocità più bassi il numero di feriti e vittime è aumentato addirittura del 29%. Simon Best, direttore esecutivo dello IAM ha commentato queste statistiche affermando che “il governo e gli stessi comuni devono valutare la reale efficacia delle zone con bassi limiti di velocità in quanto il comportamento degli automobilisti non viene modificato da un semplice segnale di avviso”. Come dire: quanto più si abbassano i limiti di velocità e la velocità è bassa, tanto più la segnaletica diventa meno importante del comportamento adottato dagli automobilisti.
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