Sicurezza: guidare assonnati è come guidare ubriachi
Almeno il 10% della popolazione soffre d’insonnia per i disturbi del sonno, ma non basta prendere un caffè per scongiurare il rischio di incidente. Il dato emerge da una ricerca condotta dalla Fondazione per la ricerca e la cura dei disturbi del sonno nell’ambito di una partnership con Mercedes-Benz Italia presentata in occasione di un convegno promosso dall’associazione IdEA. Mettersi al volante con un debito di sonno, ossia aver dormito poco o male, è come aver bevuto, a digiuno, quasi un litro di vino in un’ora. L’affaticamento alla guida rappresenta una delle cause più frequenti degli incidenti stradali. Il sistema ATTENTION ASSIST, disponibile oggi di serie su quasi tutta la gamma Mercedes-Benz compresa la nuova Classe A, è in grado di riconoscere, dal comportamento del guidatore e sulla base di oltre 70 parametri, gli indicatori di una progressiva disattenzione e stanchezza alla guida. Nel caso in cui vengano rilevati i tipici segni di affaticamento al volante, il sistema emette una serie di segnali acustici ed ottici per invitare il guidatore a concedersi una pausa. “Per la prima volta abbiamo guardato al problema della sicurezza stradale sotto il profilo tecnologico, infrastrutturale e comportamentale”, ha dichiarato l’Ing. Carla Cappiello, Presidente di IdEA-Ingegneri d’Europa Associati. In Italia, secondo le stime della Fondazione, almeno un incidente stradale su cinque è causato da un colpo di sonno. L’indice di mortalità è superiore alla media giornaliera dalle ore 20 alle ore 7 del mattino, raggiungendo il valore massimo intorno alle 4 di notte (5,7 decessi ogni 100 incidenti). Naturalmente non servono caffè per per scongiurare i colpi di sonno al volante. L’unico modo antidoto per per combattere la sonnolenza alla guida è fermarsi e concedersi un breve sonno in auto.
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